Il Momento della Verità?

26 marzo 2021

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Negli Stati Uniti è in corso un mutamento sistemico-strutturale o un mini-boom ciclico? Indipendentemente dalla risposta a questa domanda, attualmente centrale nel processo decisionale degli investitori, questo è forse per i mercati il momento della verità, con diversi orientamenti possibili per il futuro.

In una di queste prospettive, l’aumento dell’ inflazione nei prossimi mesi potrebbe essere un picco temporaneo e limitato ai soli Stati Uniti, dovuto a effetti di base e a un’esplosione dei consumi legata al piano di stimolo. In questo caso, le banche centrali potrebbero riunire i loro diversi obiettivi (inflazione moderata, piena occupazione, mantenimento di condizioni finanziarie favorevoli per le imprese e i governi), rimanendo accomodanti ancora per diversi anni. Se questo è il caso, gli investitori possono conservare i loro titoli growth secolari e i loro asset di lunga durata.

L’altra possibilità è la fine della lunga tendenza al ribasso dei tassi, che rifletterebbe a sua volta gli equilibri pre-crisi (inflazione moderata, energia a buon mercato, policy-mix più favorevole alle imprese che ai lavoratori). In questo caso, le banche centrali si troverebbero di fronte, in una prospettiva di medio termine, a un serio dilemma: decidere tra il controllo dell’inflazione, da un lato, piena occupazione e il finanziamento, dall’altro. Se questo scenario si realizzasse, la domanda del mercato si sposterebbe più verso le materie prime e i titoli ciclici che verso le obbligazioni sovrane.

Alcuni indicatori mostrano che siamo probabil-mente a un bivio. Le attese di una crescita dell’ inflazione sono il primo segnale. Il cambiamento della correlazione tra azioni e obbligazioni è un altro segnale di questo mutamento. La sovra-performance delle azioni value, cadute in disgrazia negli ultimi 10 anni, è anche un segno di quello che sembra essere un nuovo paradigma.

Che si tratti di un cambiamento sistemico o solo di una normalizzazione ciclica, come quelle registrate in passato, questo regime di mercato dovrà trovare un nuovo punto di equilibrio. Questo è il fulcro del dibattito che verte intorno al punto di stabilizzazione da trovare sul rendimento dei decennali statunitensi, in cui si affrontano forze opposte. Per capire meglio la finanza, possiamo a volte affrontarla come un problema di fisica (un equilibrio di forze, con la domanda e l’inflazione da una parte e le banche centrali e il risparmio dall’altra).

L’importanza che queste narrazioni hanno assunto nel mondo finanziario odierno è motivo di preoccupazione. Come per leideologie, le narrazioni si succedono: in pochissimo tempo siamo passati dalla tesi della stagnazione secolare a quella della reflazione secolare. Oggettivamente, i motivi per aderire a quest’ultima ipotesi sono molteplici. In particolare, nelle democrazie, domina il bisogno di ottenere consensus politico e riconnettersi alla classe media. Ma chiunque ricordi la narrativa della new economy, nel 2000, ha forse buoni motivi per rimanere abbastanza cauto, prima di accettare completamente questa tesi. Cos’è in fondo una narrativa? Una rappresentazione della realtà che cerca di confermare un’ipotesi e a volte si discosta dai fatti.

In realtà, quando si tratta di asset allocation, non c’è posto per l’ideologia. Viviamo in tempi piuttosto darwiniani, favorevoli agli investitori che sanno adattarsi pragmaticamente e gradualmente alla nuova realtà e incorporare questi nuovi parametri nel loro quadro analitico.

Credere che le formule del passato continueranno a funzionare è un pericolo grande quanto l’ideologia, e questo vale sia per la politica economica che per l’asset allocation.

Qualsiasi paragone con il decennio di bassa inflazione è reso inutile dal fatto che 10 anni fa uscivamo da una crisi di liquidità attraverso la reflazione dei prezzi degli asset, orchestrata dalle banche centrali. Questa volta stiamo uscendo da una crisi sanitaria tramite la distribuzione massiccia contante alle famiglie statunitensi. Le conseguenze saranno necessariamente diverse, e gli eroi dell’asset allocation del passato (oro, tecnologia, buoni del tesoro) non resteranno vacche sacre per l’eternità.

 

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Monthly House View, pubblicato il 19/03/2021 - Estratto dall'Editoriale

26 marzo 2021

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